Le ultime notizie riportate da quotidiani nazionali, locali e giuridici hanno riacceso il faro sul tema della scopertura assicurativa obbligatoriadi milioni di veicoli in Italia. Ora si parla di 5 milioni di autovetture, motocicli, autocarri che non avrebbero un contratto assicurativo in regola. Ma come è possibile?
Si era detto e scritto come la dematerializzazione del contrassegno assicurativo e i maggiori controlli automatizzati avrebbero consentito di contrastare il fenomeno, oltre che ridurre le truffe e i falsi contratti, specie quelli a 5 giorni che invece proliferano sempre più. Nonostante la vigilanza di IVASS e l’attenzione di ANIA a migliorare i mezzi di controllo, la situazione si è aggravata ed è ormai una vera emergenza nazionale, a cui il prossimo Parlamento dovrà fornire risposte immediate. Ma gli addetti ai lavori sanno perfettamente come i “presunti” controlli automatizzati, in realtà non siano mai partiti al cento per cento, se non attraverso un “invito” (ex art. 180 CdS) a presentare la documentazione assicurativa al primo Ufficio di Polizia, in caso che il veicolo risulti scoperto.
Nessun apparato tecnologico è infatti oggi omologato al sanzionamento in automatico della scopertura della RCauto. Basterebbe poco a consentire alle migliaia di telecamere presenti ed installate
sulle strade italiane a svolgere il ruolo di “tonnare” per catturare “pesci” che sulle strade nuotano per mesi, senza alcuna conseguenza. Eppure le norme introdotte dal 2012 e la scomparsa del contrassegno dal parabrezza dei veicoli dall’ottobre 2015, facevano ben sperare.
A nulla sono valse le sollecitazioni al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per rimediare ai “buchi” delle norme via via approvate, anche con una certa approssimazione giuridica. Cosa manca per approvare un regolamento che defnisca caratteristiche e requisiti dei sistemi che possono essere utilizzati per accertare le violazioni all’art. 193 CdS?
La procedura con “invito” è particolarmente dispendiosa per gli organi di polizia stradale, che devono dedicare risorse umane, tecnologiche ed economiche per accertare l’avvenuto
pagamento del premio assicurativo. Altro tema delicato su cui IVASS deve vigilare è l’aggiornamento della banca-dati di ANIA, che riversa le informazioni al servizio “Infoweb”
della Motorizzazione. Rimangono infatti errori di inserimento delle targhe e ritardi/dimenticanze nell’aggiornare gli avvenuti
pagamenti dei contratti. Tutte attività negative che si ripercuotono sui controlli attraverso telecamere fisse e mobili oggi gestite soprattutto dalle Polizie Locali.
Nel frattempo apprendiamo dalla stampa della precaria situazione economica del Fondo Nazionale vittime della strada.
Il quotidiano La Stampa in un recente articolo ha addirittura scritto di un “crac” dal punto di vista finanziario: 150 milioni di euro l’anno di perdite, dovendo erogare tra i 300 e i 400
milioni di euro di risarcimenti. Il Fondo è alimentato quasi del tutto da un prelievo dai premi pagati da chi stipula una assicurazione RC auto. Ma l’evasione raggiunge in alcune aree
il 50% del parco veicolare immatricolato.
Nel 2015 dei 200 milioni corrisposti, il 41% dei pagamenti del Fondo è stato versato nella regione Campania dove si concentra il 65% dei casi considerati a rischio frode. All’orizzonte è pronto l’aumento del prelievo dal 2,5% al 4% della polizza assicurativa che ogni cittadino versa annualmente. Per aumentare il numero di soggetti in regola con la copertura assicurativa basterebbe
rendere il sistema normativo semplice e poco oneroso per le forze dell’ordine. Gli strumenti tecnologici ci sono.
Perché da una parte il Legislatore ha aggravato le pene per chi non ha
copertura assicurativa e provoca morti o feriti gravi e dall’altra non semplifca i controlli? È una domanda a cui non si riesce a dare una risposta a sei anni dall’avvio del lungo processo
di digitalizzazione assicurativa. Una certezza però l’abbiamo trovata. Il sistema così non regge più. Che qualcuno lo dica al prossimo Governo.
*Comandante Corpo Polizia Municipale
Dirigente Unita’ Organizzativa Protezione Civile Veicoli non assicurati: una emergenza nazionale
Fonte: www.asaps.it